mercoledì 11 dicembre 2013

Voglio diventare...Ecodesigner!

Radio One Lab intervista Serena Marcis, laureata presso il Politecnico in ecodesign, che ha condotto il workshop di design per il progetto "Lavorarte" 2013.



Ascolta l'intervista!






Link utili:

Pando Eyes

lunedì 25 novembre 2013

Voglio diventare...Fumettista! Intervista a Viola Bairo





Viola Bairo, giovane fumettista di Ciriè (To), racconta ai microfoni di Radio One Lab il suo percorso formativo e lavorativo:

Intervista a Viola Bairo



Buon Ascolto!






giovedì 21 novembre 2013

fotografo...istruzioni per l'uso!



Samuele "Sugar" Zuccherino, giovane fotografo di San Carlo Canavese, spiega ai microfoni di Radio One Lab come la sua passione per la fotografia sia riuscita a diventare una professione. Ascolta l'intervista e guarda le sue foto cliccando su

Intervista a Samuele "Sugar" Zuccherino



Buon ascolto!

Link utili:

Pagina facebook Samuele Zuccherino




Musicista...istruzioni per l'uso!


Dario Bruna, affermato musicista jazz, attualmente impegnato nel trio CLG Ensemble e nell'omonima cooperativa sociale volta ad un'utenza prevalentemente psichiatrica, racconta a Radio One Lab la sua esperienza in campo musicale: un'intervista piena di consigli per chi vuole diventare musicista!

Ascoltala e guardala al seguente link:

Intervista a Dario Bruna


Buon Ascolto!




 Link utili:

CLG Ensemble pagina facebook

CLG Ensemble Myspace

giovedì 24 ottobre 2013

Cantante istruzioni per l'uso


Intervista a Renata Chiappino, cantante, insegnante di canto e musicoterapeuta, che ci ha raccontato la sua esperienza personale e la sua formazione professionale.



Un'intervista piena di consigli utili per chi vuole avvicinarsi professionalmente al mondo della musica e del canto in particolare, ascoltabile sul canale youtube di Radio One Lab:

Intervista a Renata Chiappino - parte 1

Intervista a Renata Chiappino - parte 2


Buon ascolto!






domenica 13 ottobre 2013

LAVORARTE - ovvero l'incontro dei giovani con i lavori artistici dei loro sogni



Si è conclusa l'esperienza di Lavorarte, progetto del più ampio Piano Locale Giovani a cui aderiscono 17 comuni del territorio. L’iniziativa è portata avanti da quattro associazioni giovanili della zona del Ciriacese (provincia nord di Torino), Macapà e One Lab di Ciriè, Le Stelle di Borgaro e La Svolta di Caselle, e ha proposto a giovani fino ai 29 anni dei workshop gratuiti in ambito artistico divisi per tre macro-aree: 

Percorso 1) “Sulle scene”, con workshop di teatro, canto e musica



 Percorso 2) “Nell’era del digitale”, con workshop di fotografia, grafica e strumenti multimediali



 Percorso 3) “In bottega”, con workshop di eco design, pittura e fumetto-illustrazione



La serata inaugurale del progetto (presso il C’Entro Sport e momenti di Caselle) ha chiamato come “padrini” i rapper Raige e Rayden, che insieme ad Ensi formano il fortunato trio OneMic.
 La serata è stata salutata dal Sindaco di Caselle, Luca Baracco, che ha fatto gli onori di casa “punzecchiato” benevolmente dai ragazzi di Radio One Lab, che presentavano la serata (una per tutte: “Su le mani per il sindaco, ragazzi!”), e la performance rap/hip-hop tanto attesa dalle ragazze e dai ragazzi del pubblico è stata introdotta dal giovane rapper rivolese Siby. 



Al termine del concerto Raige e Rayden sono stati intervistati da Radio One Lab, spiegando come sono riusciti a rendere la loro passione una professione. Un consiglio per chi vuole diventare un artista? Rispondono: “Ci va un briciolo di talento e poi tanto impegno, tenacia e costanza. Esperienze gratuite come Lavorarte vanno prese al volo, partecipate numerosi”. 


Dopo aver offerto ai giovani del territorio i nove workshop gratuiti in ambito artistico, ai quali hanno partecipato circa una trentina di ragazzi, le quattro associazioni impegnate nel progetto hanno loro proposto un weekend intensivo per approfondire quanto appreso e ragionare insieme sullo scottante tema del mondo del lavoro in Italia. All’intensivo, avvenuto, come i workshop, presso l’Istituto “E. Troglia” di Ciriè, hanno partecipato alla fine circa 15 ragazzi che si sono rivelati molto motivati ed eclettici. La riflessione si è incentrata sul tema del lavoro dal punto di vista della dicotomia “da piccolo volevo/ora voglio” e, di seguito, sulla creazione di una performance teatral-canora per illustrare l’opinione dei ragazzi ai concittadini.
In parallelo Macapà e One Lab  hanno organizzato il materiale documentativo dell’esperienza (foto e video), proponendo alla piazza, in un piccolo Cinema improvvisato, la visione “in loop” di un divertente video esplicativo del progetto, visibile tuttora sulla pagina facebook di Lavorarte. La performance del sabato successivo è stata proposta sotto forma di flashmob ad ogni rintocco della campana (quindi ogni mezzora), con i ragazzi mischiati tra i passanti, sulle panchine, ai tavolini del bar, vestiti con una camicia di forza (metafora delle costrizioni che la società spesso pone ai loro sogni professionali), che lentamente si riunivano al centro della piazza gridando i loro sogni ormai infranti o a rischio d’estinzione.


 Di certo le associazioni non intendono lasciare che ciò accada, tanto che i partecipanti a Lavorarte sono tutti stati spronati, in attesa di verificare un la possibilità di una seconda edizione per il 2014, a partecipare alle varie attività da loro proposte, da laboratori teatrali di Macapà a corsi di dj e speaker della web radio di One Lab, dalle presentazioni di libri e l’organizzazione di incontri culturali de Le Stelle alle attività proposte da La Svolta





Non è però del tutto vero che Lavorarte si sia del tutto concluso, perchè l'associazione One Lab ha documentato tutti gli incontri e intervistato tutti i docenti, pubblicando sul suo canale youtube ed in questo blog quanto ripreso e registrato, di modo che tutto resti usufruibile su internet per chiunque sia interessato. Basta andare sul canale youtube di One Lab per vedere tutti i video dei worskshop e ascoltare le interviste ai docenti e a Raige e Rayden. 

Buona visione!

giovedì 16 maggio 2013

AGEVOLAZIONI PER IMMIGRATI IN ITALIA: I MITI DA SFATARE







1) “Per gli extracomunitari c'è un sussidio per i figli”

Falso. 
Tutti i redditi - dunque anche gli stipendi -  sono tassati e il datore di lavoro (cosiddetto sostituto d’imposta) è tenuto a trattenere le imposte e a versarle direttamente allo Stato. Le imposte sul reddito sono ridotte nel caso si tratti di persone – cittadini stranieri e italiani – che abbiano dei familiari a loro carico. Questa situazione permette di ottenere un rimborso d’imposta, una compensazione tra le imposte che sono già state trattenute e quelle che invece sono dovute in misura inferiore grazie appunto a queste cosiddette detrazioni. L’art 13 del Testo Unico sui Redditi (Decreto del Presidente della Repubblica, 22 dicembre 1986 n. 917 – Approvazione del testo unico delle imposte sui redditi - TUIR) dispone che dall’imposta lorda già trattenuta sulla busta paga (cioè dall’importo delle tasse sui redditi lordo dovuto dal contribuente e già trattenuto dal datore di lavoro) è previsto il rimborso (conguaglio) per € 285,08 per ciascun figlio (compresi i figli naturali - figli nati fuori dal matrimonio -; i figli adottivi; i figli affidati o affiliati). Si comprende altresì ogni altra persona convivente con il contribuente non solo in Italia, ma anche nel paese d’origine. Ne discende che più numerosa è la famiglia e più basso è il reddito del lavoratore, più elevato sarà l’importo della detrazione. Generalmente la situazione tipica del lavoratore immigrato che si trova in Italia con tutta la famiglia che vive nel paese d’origine, permette di far valere la detrazione al 100% nella misura massima indicata.

 (Fonte: Meltingpot.org)




2) A. “Gli stranieri ottengono la casa popolare prima degli italiani, e gratis.” 

Falso.
Secondo il Nuovo Dossier dell'Osservatorio delle Immigrazioni con la ricerca “Sguardi sull’abitare degli stranieri a Bologna e provincia”,  effettuata dall’associazione “Extrafondente”, è emerso come gli stranieri rappresentino una minoranza con, alla fine del 2009, solo il 9,4% degli abitanti delle case popolari e 1608 nuclei familiari contro le 15.525 famiglie italiane. Inoltre, a vedersi assegnare un alloggio, sono più spesso gli italiani rispetto agli stranieri, con il rapporto di 1 a 5 per le famiglie italiane e 1 a 10 fra gli stranieri che ne fanno richiesta. Secondo le graduatorie infatti, le fasce privilegiate sono rappresentate dagli anziani, dagli invalidi e dai nuclei uni personali e monigenitoriali.
Tra le maggiori problematiche riguardanti gli immigrati, una delle più importanti è sicuramente quella della mancanza di alloggi adatti alle famiglie numerose straniere che richiedono una casa popolare.
Da registrare, negli ultimi anni, un discreto aumento delle famiglie straniere negli alloggi Erp, con una crescita pari al 26,7% dal 2007 al 2009, passando da 1.269 famiglie a 1.608. Analizzando la composizione delle famiglie, si nota come quelle straniere in media superino i 4 membri con un rapporto di 1 a 3 di immigrati che hanno meno di 18 anni; tra la popolazione italiana invece, un terzo è rappresentata da anziani che superano i 65 anni. Contando invece i singoli individui presenti negli alloggi, la percentuale degli stranieri sale al 19,2% con 7.044  persone, mentre gli italiani sono 29.735.
In ultima analisi, fra gli stranieri i comunitari si fermano al 4,5% con una prevalenza dei non comunitari, con i testa i marocchini (circa il 35%) seguita dai tunisini e jugoslavi, meno del 10%, albanesi  con il 7% e bangladeshi con il 5%. Al di sotto del 3% tutte le altre nazionalità.

 (Fonte: Bandieragialla.it)




B. "Nelle graduatorie per la casa sono favoriti gli stranieri"

Falso.
Per considerare l'incidenza degli stranieri sulle case popolari è stata considerata la situazione del
Comune di Torino dove esistono circa 18.000 alloggi pubblici.
I criteri per assegnare le case popolari non favoriscono gli stranieri, anzi. Per presentare la domanda bisogna essere residenti in Italia da almeno dieci anni e tra i parametri di cui si tiene conto in prima battuta per stilare le graduatorie ci sono il reddito (che però assegna un punteggio poco rilevante) e numero di componenti solo se superiore a 5 unità. In seconda battuta si tiene conto dell'età e di eventuali disabilità che abbia il soggetto. Gli immigrati sono tendenzialmente giovani, perfettamente abili e con nuclei familiari sotto le 5 unità.
…e non vincono nelle graduatorie.
Negli ultimi anni a Torino i bandi per l'assegnazione degli alloggi pubblici sono stati nel 2004 e nel
2009. Le domande presentate da cittadini stranieri sono state una buona parte del totale (nel 2004
sono il 31% e nel 2009 salgono al 45%), tuttavia solo pochi sono effettivamente assegnatari di case
popolari: rispetto al bando 2004 solo il 10% è rappresentato da stranieri. Da nessuna parte si parla di case gratis (solo) per stranieri: resta quindi valido il criterio del reddito, per gli immigrati come per gli italiani.

(Fonte: Assessorato alle politiche per la casa, Comune di Torino)




3) “I figli degli immigrati entrano prima in asilo rispetto ai figli degli italiani”

Non del tutto vero: non dipende dalla condizione di immigrato, ma da quella economica e sociale della famiglia, e soprattutto dalle condizioni del bambino in attesa. Ogni Comune ha i propri criteri.
Graduatorie e criteri per gli asili di Torino:
Nel predisporre gli elenchi delle domande presentate con i relativi punteggi, i Comitati di Gestione dei nidi dovranno tenere conto, in ordine di priorità, delle seguenti tipologie di utenza:
1)  Famiglie residenti nel comune di Torino;
2) Famiglie non residenti nel comune di Torino, in cui almeno uno dei due genitori presti attività lavorativa nel comune di Torino;
3) Altre famiglie non residenti.
Nell'ambito di ciascuna di dette categorie si applicano i punteggi allegati al presente regolamento (allegato 1), che garantiscono priorità assoluta nell'ammissione, con l'ordine sottoindicato, ai bambini con:
1)  Disabilità certificata (previa valutazione della Commissione handicap centrale);
2)  Disagio sociale (con richiesta di inserimento prioritario dei Servizi sociali del Comune di Torino), in numero limitato per ogni nido, in modo da evitare la concentrazione di situazioni problematiche;
3)  Gravi problemi di salute o nel cui nucleo familiare siano presenti persone con gravi problemi di salute (previa valutazione di apposita Commissione) istituita dalla Giunta Comunale, in cui sia garantita la presenza di un componente con specializzazione in campo sanitario ed un componente con competenze pedagogiche, demandando alla Giunta stessa l'eventuale istituzione di Commissioni decentrate.
La priorità assoluta si applica anche alla lista d'attesa.
Per i bambini dimoranti con le madri detenute presso la Casa Circondariale o l'Istituto penale per minorenni di Torino, il competente Dirigente della Divisione Servizi Educativi può disporre l'immediato inserimento al nido, oltre il limite della capacità ricettiva. Analogamente si procede nel caso di provvedimenti adottati dall'Autorità di Giustizia Minorile.
I punteggi prendono in considerazione le seguenti altre condizioni, elencate in ordine di priorità:
1)  Mancanza di un genitore: bambino riconosciuto da un solo genitore o nucleo familiare con un genitore deceduto o con un unico genitore a cui spetta la potestà;
2)  Unico genitore coabitante: genitori separati, divorziati, celibi/nubili che non coabitano;
3)  Genitori lavoratori: comprendono i lavoratori discontinui che alla scadenza della presentazione delle domande di iscrizione non sono occupati, ma hanno lavorato almeno 6 mesi nei precedenti 12;
4)  Trasferimento da nido di altre circoscrizioni per cambio di residenza;
5)  Numero di figli di età inferiore a 11 anni (al 31 dicembre dell'anno educativo di riferimento) o stato di gravidanza della madre;
6)  Presenza di fratelli o sorelle frequentanti il nido per il quale si chiede l'iscrizione o presentazione di domanda di iscrizione in un unico nido per due fratelli/sorelle;
7)  Genitori disoccupati, iscritti nelle liste dell'immediata disponibilità al lavoro presso il Centro per l'Impiego da almeno 3 mesi, alla data di scadenza della presentazione delle domande;
8)  Permanenza in lista d'attesa alla fine dell'anno educativo;
9)  Unico genitore coabitante con condizione di lavoro disagiata: pendolarità lavorativa giornaliera in Comune situato all'esterno dell'area integrata Formula-GTT o, per i lavoratori dipendenti, turni di lavoro sulle 24 ore;
10)  Genitori studenti;
11)  Numero di figli da 11 a 18 anni (al 31 dicembre dell'anno educativo di riferimento);
12)  Condizione di lavoro disagiata di ciascun genitore, in famiglia in cui siano presenti entrambi.
A parità di punteggio verrà data precedenza al bambino con ISEE inferiore e, in subordine, qualora non venga presentato l'ISEE, al bambino di età maggiore per le graduatorie dei "lattanti" e dei "piccoli" ed al bambino di età minore nella graduatoria dei "grandi". Per ogni genitore con lavoro dipendente o assimilato sarà applicata all'ISEE una decurtazione del 15%. Le modalità applicative saranno individuate dalla Giunta Comunale.
Per l’iscrizione all´asilo nido dei minori stranieri, non serve il permesso di soggiorno, lo precisa il Ministero dell’Interno.

 (Fonti: immigrazione.bizcomune.torino.it)




4) “Gli immigrati possono aprire attività con più agevolazioni degli italiani”

Falso.
La legge per loro prevede le stesse norme e lo stesso iter burocratico previsto per gli italiani: partita iva e via dicendo. Le agevolazioni bancarie per immigrati, quando ci sono, riguardano più che altro l’acquisto della prima casa. altri circuiti di solidarietà (associazioni, amici, famiglia d’origine nel Paese di provenienza) possono intervenire per reperire i capitali necessari per avviare un’attività in proprio.
(Fonti:immigratiestranieri.it, stranieriinitalia.it)



5) “Gli immigrati pagano meno tasse degli italiani”

Falso.
Stranieri di nascita ma italiani di contribuzione. Ormai il 4,1% del gettito complessivo è originato da lavoratori immigrati, che sborsano di Irpef quasi 6 miliardi di euro (2.810 euro a testa). Nella classifica regionale, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia sono le regioni in cui il peso della contribuzione straniera sul totale è più grande in percentuale. Gli stranieri che lavorano in Italia sono tenuti a pagare le tasse, ma i loro bassi livelli di reddito – quasi esclusivamente da lavoro dipendente – comportano un esborso a testa di poco meno di 3000 euro all’anno (contro i 4.865 euro di media dei contribuenti nati in Italia). Valori che aumentano nelle aree del Nord dove la presenza e la penetrazione degli stranieri nel mercato del lavoro è più radicata. È ovvio che se il sistema riuscisse a eliminare le sacche di lavoro nero che colpiscono anche i lavoratori stranieri, l’apporto degli immigrati alla finanza pubblica sarebbe certamente maggiore, contribuendo a un’integrazione che passa anche per il pagamento delle tasse.

(Fonte: linkiesta.it)






sabato 6 aprile 2013

IL TRENO DELLA MEMORIA 2013






Per ascoltare l'intervista a Cesare clicca QUI




Quali sono i modi per conoscere il Passato ed imparare dai suoi (tremendi) errori? Un modo esemplare è il progetto Treno della Memoria, organizzato dall’associazione Terra del Fuoco: Cesare Covezzi è uno degli animatori volontari che ha accompagnato anche quest’anno un gruppo di 50 ragazzi (provenienti dalle classi quinte superiori delle scuole del territorio - Liceo Galilei, Istituto Fermi, Istituto D’Oria, istituto Albert e Comune di Rivoli), ed è qui a raccontarci la loro esperienza.


 “Siamo stati via dal 13 al 19 marzo, quest’anno in realtà si potrebbe chiamare il pullman della memoria perché per questioni organizzative non si è potuto prendere il treno. Questo cambiamento ha portato aspetti negativi, come il sentirsi di meno una comunità viaggiante, ma ci sono stati anche aspetti positivi. I ragazzi di Ciriè in realtà già si conoscevano perché prima della partenza si sono fatti 4 incontri per dare riferimenti storici, informazioni logistiche sul viaggio e sulla cultura della Polonia, e per permettere al gruppo di conoscersi.  il gruppo avrebbe dovuto essere formato dalle 3 scuole di Ciriè più l’Albert di Lanzo; per problemi numerici invece sono stati divisi, e il gruppo di Ciriè si è “fuso” con una delegazione di circa 20 ragazzi del Comune di Rivoli, mentre il gruppo di Lanzo è stato abbinato ad altri.
L’esperienza è sempre interessante per una serie di motivi: il primo riguarda la reazione dei ragazzi quando li metti di fronte ad un pezzo di storia che bene o male ci riguarda un po’ tutti. L’Italia ha avuto un grosso ruolo per quello  che è successo in quegli anni, sia in positivo che in negativo. Metti i ragazzi di fronte a fatti compiuti, ad una situazione che loro hanno sempre e solo visto o dai libri, o dai film, ma mai toccato con mano: questo è un aspetto interessante perché in quel momento si rendono conto che è tutto vero. Un altro aspetto interessante è che per una volta gli si dà la possibilità di confrontarsi, con il nostro aiuto, togliendosi dal contenitore istituzionale formato dal classico lavagna/professore/cattedra/banchi: quello offerto dal Treno della Memoria è un discorso più di “cerchio”. Terzo aspetto interessante è il filo conduttore del concetto di “responsabilità”. La domanda più frequente dei ragazzi è: “Come è potuto accadere tutto questo?”: si cerca di ragionare insieme su quelle che sono state le responsabilità e le corresponsabilità, ragionando sul fatto che se tutto ciò è accaduto la colpa non è stata esclusivamente di Adolf Hitler, anzi. La Germania all’epoca era certamente una delle potenze economiche e militari più forti al mondo, ma è chiaro che se non ci fosse stata una responsabilità a livello politico mondiale (Stati Uniti, Russia, Europa) insieme alla responsabilità dei singoli cittadini che si giravano dall’altra parte, perché tutto sommato forse faceva comodo così. Ricordiamoci che l’Olocausto non è esclusivamente l’uccisione di un tot di milioni di Ebrei, sarebbe riduttivo pensarla così; è vero che quello è stato il gruppo più colpito, ma non dimentichiamoci degli altri: prigionieri politici, intellettuali, disabili, omosessuali, Rom…”

Il percorso del Treno della Memoria qual è?

“C’è una parte di visita storico-culturale della città di Cracovia, bene dell’Unesco. La prima tappa vera e propria è la visita al ghetto di Cracovia: grazie alle audio guide i ragazzi fanno un percorso legato alle storie di chi vi abitava: si parte dalla fabbrica di Oscar Schindler, oggi museo; si vedono poi alcune parti di resti dei muri del ghetto, e si arriva poi in una piazza centrale dove veniva sfollata la gente e dove i tedeschi lanciavano gli oggetti trovati negli appartamenti degli ebrei per sgomberarli. La seconda tappa è il quartiere ebraico tuttora esistente, in una parte periferica di Cracovia. Questa è una fase preparatoria per i gruppi, utile, oltre che per introdurli gradualmente a ciò che è accaduto, a ripercorrere la storia seguendo l’ordine cronologico: prima hanno costruito i ghetti, in un secondo tempo hanno cominciato a deportare. Cracovia dista circa un’ora di macchina dai campi di concentramento: si arriva ad Auschwitz, che era una caserma militare polacca in un secondo momento trasformata in un campo di lavoro (solo successivamente vi hanno costruito la prima camera a gas e il primo forno crematorio). Ci sono una serie di blocchi-casermoni che ora sono utilizzati per approfondimenti specifici del percorso: vi è un blocco storico, che ripercorre la guerra con documenti e foto; c’è il blocco degli italiani, dove ci sono foto e documenti riferiti agli italiani imprigionati ad Auschwitz; c’è il blocco che racconta la vita quotidiana dei prigionieri del campo (bagni, stanze da letto…).
Si arriva infine al blocco 11, quello delle torture: era considerato il carcere all’interno del campo di concentramento. Vi si trova la stanza dove veniva fatto una specie di processo sommario al detenuto, e una parte sotterranea dove c’erano le celle, a volte celle di 90 x 90 cm in cui si entrava dal basso, strisciando: in queste celle stavano quattro persone in piedi per tutta la notte, che poi il giorno dopo dovevano andare a lavorare. I detenuti non mangiavano quasi nulla, dovevano lavorare tutto il giorno: noi visitavamo i campi praticamente in tuta da sci, mentre loro, al tempo, stavano con un pigiama a righe di tela e spesso scalzi. La visita termina nella camera a gas e nel forno crematorio.
Ci si sposta quindi a Birkenau (“Auschwitz 2”, a 10 km dal primo). Birkenau è diverso perché è una radura sconfinata, della quale non vedi la fine, nato come campo di sterminio: i detenuti vi arrivavano dopo viaggi a volte di giorni interi,stipati nei cari bestiame senza cibo né acqua e in pessime condizioni igieniche, vi arrivavano come se fossero già morti. Il treno li portava fin dentro al campo, e mentre scendevano venivano divisi a destra o a sinistra, e “destra” era direttamente la camera a gas. Chi andava a sinistra andava nei casermoni (senza acqua né corrente elettrica): le baracche erano grandi 2 o 3 volte una camera di appartamento, in cui vivevano 200/300 persone in letti a castello, più persone per letto. L’obiettivo dei tedeschi era quello di annientare psicologicamente (prima di farlo fisicamente) il detenuto, rendendolo esclusivamente un numero: togliergli i vestiti, rasargli la testa, trattarlo peggio di un animale. All’interno di Birkenau si vedono alcune postazioni-chiave: le baracche dove i detenuti dormivano, le latrine dove facevano i propri bisogni, la “sauna”, che non è quello che immaginiamo ma dove venivano svestiti e lavati per indossare poi il classico pigiama di tela. Si vede anche ciò che è rimasto dei forni crematori, fatti saltare in aria alla fine della guerra dai tedeschi.
Segue il momento di commemorazione vera e propria, in cui viene consegnato ai ragazzi un pezzo di stoffa e un pennarello; all’interno del blocco 6 ci sono su tutta la parete della baracca ci sono le foto di moltissimi detenuti: ai ragazzi viene chiesto di scegliere una persona segnando il suo nome sul pezzo di stoffa. L’obiettivo è spostarsi dalla legge dei grandi numeri, ovvero non parlare di “milioni di persone uccise”, ma di ricordare QUELLA persona e per un attimo ridargli dignità. Questa commemorazione viene fatta al monumento mondiale presente a Birkenau: su uno striscione con una frase “è successo una volta, quindi può succedere ancora” viene chiesto ai ragazzi di imprimere la propria impronta digitale (intinta nell’inchiostro), e di pronunciare il nome del detenuto scelto aggiungendo “Io ti ricordo”. Fatto da circa 500 ragazzi risulta essere un momento estremamente toccante. Ai ragazzi viene poi data una candela che viene accesa e posizionata all’interno del campo di Birkenau: molti usano metterla sui binari che ci sono all’interno del campo.
Il quarto giorno ogni gruppo si incontra per un lavoro di restituzione: si parte dalla raccolta delle impressioni dei ragazzi: non è che fanno effetto i campi di per sé, è quello che ci sta dietro che fa male. Birkenau in particolare è la “chiosa” di quello che può fare l’intelligenza, e di quanto può essere malvagio l’uomo: tremendamente e mortalmente efficiente.
Interessante è stata anche la riflessione sulle responsabilità internazionali riguardo all’Olocausto: ci sono delle foto datate 1943, due anni prima dell’effettiva liberazione: “perché non sono intervenuti due anni prima?”, si chiedono i ragazzi. Si cerca di spiegare loro che c’erano degli equilibri economici, politici e internazionali che non si potevano guastare facilmente: in qualche modo andava bene così, e le popolazioni non erano molto informate (a parte la radio e i giornali, che però venivano passati dalla censura). Quello che si cerca di trasmettere ai ragazzi, alla luce di questi aspetti, è OGGI di utilizzare lo strumento più ricco di informazioni (meno veicolate e filtrate) di cui siamo a disposizione: internet. Non esistono solo i social network, per certi versi molto filtrati e fuorvianti: c’è un mondo di informazione da scoprire su internet. E’ solo conoscendo che si può avere uno spirito critico su ciò che ci circonda. Prendendo spunto da Primo Levi abbiamo rivisitato e proposto al gruppo il concetto di “zona grigia”, ovvero tutta quella parte di persone e istituzioni che erano indifferenti a ciò che stava accadendo,  e che si giravano dall’altra parte. Quello che abbiamo fatto coi ragazzi è stato ragionare su come ridurre o distruggere la nostra personale zona grigia: dal compagno di banco che ha bisogno di una mano, a ciò che succede all’interno della famiglia, con gli amici, le fidanzate, fino ad allargare sempre di più il raggio ai fatti interni al nostro paese e alle politiche internazionali.”

Com’è stato il percorso dei ragazzi del tuo gruppo in queste giornate?

“Sicuramente di crescita. E’ strano come una persona possa prendere un po’ più di consapevolezza e portarsi a casa qualcosa di arricchente nel giro di soli cinque giorni. Si creano dei rapporti con le persone molto più profondi rispetto a com’erano prima di partire: è vero che si passano molte ore insieme e ci si conosce, ma è anche vero che nel momento in cui parte l’attività loro si rendono conto che non è la classica gita scolastica (anche se c’è una parte di divertimento). La reazione dei ragazzi è forte. Al mattino, dopo aver visto i campi, si fa un lavoro di gruppo; al pomeriggio ci si ritrova con tutti i partecipanti, ovvero 500, in un’assemblea plenaria in cui si fanno emergere le cose uscite nei singoli gruppi. Quello è un momento di confronto fra scuole diverse, città diverse, con un background diverso: vengono fuori dei concetti molto interessanti. Ho parlato con persone che hanno partecipato anni fa, che mi dicevano: “Una volta che vedi questa cosa ti rimane dentro”. Ragazzi che avresti facilmente definito “non tanto profondi” ti dimostrano che non sono così: questo voler sempre sminuire l’intelligenza e la cultura dei ragazzi non serve e soprattutto non è vero. Hanno tutti vissuto questa esperienza in maniera profonda, sana: hanno bisogno di questo tipo di esperienze. Certo, non possiamo comprenderlo del tutto perché non l’abbiamo vissuto, ma abbiamo un forte testimone in mano, perché gli anni passano e tutti quelli che hanno vissuto di persona i campi, sopravvivendo ad essi, stanno morendo. Prima di partire, presso il Teatro Nuovo, abbiamo incontrato un reduce, Ferruccio, che ha dato molti spunti di riflessione ai ragazzi. A loro diceva: “quando andrete su forse in parte potrete capire ciò che è stato”.

Perché continui ad accompagnare ragazzi a Cracovia tutti gli anni?

Per me la cosa importantissima è il provare ad attualizzare quello che è successo. Non vorrei che l’esperienza dei Treni della Memoria fosse fine a sé stessa: una volta rientrato a casa ognuno deve provare a continuare a lavorare su sé stesso per rendersi migliore: informarsi, prendere posizione, attivarsi come essere umano, come cittadino. L’esperienza del Treno deve esser un trampolino di lancio per impegnarsi di più a livello civile quando si torna: non si può più far sempre parte della Zona Grigia: da qualche parte ti devi muovere, delle cose le devi scoprire, altre sei obbligato a saperle. Ci sono un sacco di esempi attorno a noi, oggi nel 2013, dove si ripetono situazioni simili: ci sono posti dove i diritti umani vengono ancora negati, ci sono ancora segregazioni e leggi razziali, governi che ti controllano fin nella vita privata, bambini e disabili massacrati, anche solo lotte ingiustificate per la violenza che viene usata fra tifoserie diverse. Alla domanda dei ragazzi: “com’è potuto succedere?” rispondo con un’altra domanda, che può sembrare sciocca ma neanche così tanto: “uno della Juve sarebbe in grado di dire forza Milan?”. Ci definiamo tutti antirazzisti, ma se uscisse una legge che dice che da domani tutti i Rom presenti a Torino verranno espulsi, temo che la gente sarebbe felice. Bisogna preoccuparsi di questo. Durante i viaggi di andata del Treno della memoria che ho fatto in questi anni ho notato il fastidio o l’imbarazzo dei ragazzi a doversi sedere vicino a persone che considerano “diverse” (ciccioni, “strani”, persone con disabilità…): al ritorno gliene importa di meno, di fianco a chi sono seduti.

Com’è stato il loro rapporto con voi animatori del gruppo?

Principalmente siamo per loro un riferimento anche per quello che riguarda le questioni pratiche: dai problemi che ci possono essere con la lingua, alle differenze alimentari. Li abbiamo spronati a provare la cucina locale, piuttosto che andare al McDonald di Cracovia, ad esempio. Li abbiamo aiutati anche rispetto al cambio dei soldi, dato che in Polonia non c’è l’euro. Dall’altra parte ci viene chiesto un aiuto a rielaborare ciò che hanno visto, provando a mettere insieme i pensieri; ci sono sicuramente delle grosse lacune storiche, che si cerca di colmare con del materiale che viene fornito ai ragazzi da terra del fuoco, ad esempio un libro fatto dall’associazione dove si trovano date, aneddoti, eventi che possono aiutare ad avere una minima preparazione storica necessaria per affrontare il viaggio. Nei viaggi di andata e ritorno sono stati visti tre film: “Train de vie”, “V per vendetta”, “The experiment”; il lavoro sul pullman consisteva in un piccolo laboratorio di scrittura creativa dando la traccia di una persona (ebreo, militare delle SS, omosessuale etc) cercando di immaginare ed inventare la sua vita. Le frasi più interessanti di queste storie sono state poi condivise in assemblea: è vero che erano storie inventate, ma erano assolutamente plausibili. Questo dimostra che i ragazzi hanno una grande fantasia, un gran cuore: si tratta solo di guidarli e aiutarli a rielaborare. Molti chiedono di poter fare l’anno prossimo gli accompagnatori: è possibile, bisogna mettersi in contatto con Terra del Fuoco che durante l’anno seleziona i futuri animatori e li prepara. Molti ragazzi hanno espresso la voglia di rivedersi, una volta tornati, anche perché sono nate amicizie, sbocciati amori…

Torniamo al concetto di “responsabilità”: i tedeschi hanno avuto la capacità critica di prendersi la responsabilità di ciò che il loro Paese ha fatto. perché l’Italia e gli italiani faticano a prendersela, e anzi optano quasi per un revisionismo storico? I ragazzi che erano con te avvertivano questa responsabilità?

No, ma soprattutto per una questione di disinformazione: c’è ancora molto l’idea che il conflitto sia stato tra Ebrei (i bravi) e Tedeschi (i cattivi), mentre invece il ruolo di Mussolini fu davvero determinante; inoltre il concetto di bravi e cattivi è molto fuorviante, e se ne vedono i pericolosi strascichi oggi. Mi preoccupa che proprio in quest’Oggi si fatichi a prendersi responsabilità per quello che ci accade intorno, sia nella nostra quotidianità che a livello internazionale. Quando i ragazzi tornano, Terra del Fuoco organizza altri incontri, spesso legati ad altre associazioni e progetti, come ad esempio quelli antimafia di Libera. E’ molto importante un lavoro sulla paura del “diverso”. L’anno scorso i ragazzi del Fermi hanno rappresentato, presso il Centro Socioculturale di Ciriè, ciò che avevano provato durante il Treno della Memoria per i ragazzi delle quarte, per prepararli al viaggio che avrebbero fatto quest’anno.
Quest’anno avevamo tre professori, nel nostro gruppo: siamo stati molto fortunati quest’anno con loro, sono stati estremamente collaborativi e hanno vissuto anch’essi un esperienza molto forte (essendo la prima volta), altalenandosi nel ruolo di partecipante e in quello di aiuto-animatori. Non ci hanno ostacolato in nessun modo, pur avendo molte ansie (a causa della loro responsabilità nei confronti degli alunni): sono stati una risorsa preziosissima e ci tengo molto a ringraziarli.



----------------------------------------------------------------------

Link utili:

treno della memoria

Associazione Terra del Fuoco


mercoledì 13 marzo 2013

Concorso “Un mondo come piace a te, con il clima che vuoi”





Il Concorso Un Mondo Come Piace a Te è parte integrante della campagna di sensibilizzazione Un mondo come piace a te. Con il clima che vuoi, condotta dalla Direzione Generale per l’Azione per il clima della Commissione europea. Si tratta di un concorso volto a premiare le iniziative a carattere pionieristico nel campo della riduzione delle emissioni esistenti in tutta l’Unione europea.

I progetti devono essere in grado di contribuire concretamente alla lotta contro il cambiamento climatico e di migliorare la qualità della vita, e devono corrispondere a uno dei temi della campagna:

- Viaggi & trasporti,

- Produzione & innovazione

- Edilizia & ambienti di vita

- Acquisti & alimentazione

- Recupero & riciclaggio

I vincitori saranno invitati alla cerimonia di premiazione, a Copenaghen nell’autunno 2013.

Per Italia, Portogallo, Bulgaria, Polonia e Lituania saranno selezionati cinque vincitori nazionali, che beneficeranno di pubblicità supplementare per i loro progetti mediante una campagna cartellonistica nazionale.

---------------------------------------------------------

Scadenza: 6 maggio 2013

Info: www.world-you-like.europa.eu

mercoledì 6 marzo 2013

Ode alla sindrome di Rett


Occhi d’angelo


Occhi d’angelo, cosa guardi?

Io vedo un cucciolo di cane.

Lo tengo in braccio per te,

e paziente attendo il miracolo

dei tuoi occhi che s’accendono,

del tuo sorriso che si schiude,

delle tue dita che esplorano.



Occhi d’angelo, cos’è un cane per te?

Meravigliata lo guardi,

affondi le tue narici nel suo morbido pelo,

staresti ore persa in questa tua estasi

che diventa la mia.



Occhi d’angelo,

cos’è un raggio di sole per te?

Per me è estate

per te è Vita.

Di sole ti abbeveri,

abbandonandoti fiduciosa ad esso.



Occhi d’angelo,

cos’è l’uomo per te?

Curiosa e divertita lo guardi

ti ci avvicini coraggiosa

ed io mi sento costretta a impedirti quei contatti,

Perché, mi chiedi con lo sguardo?

Muri.

Muri invisibili che uomini adulti pongono altissimi tra loro.

Perché, ancora con lo sguardo?



Occhi d’angelo,

non guardarmi così,

come posso spiegarti quanto siamo

tutti così lontani senza motivo?



Occhi d’angelo,

non guardarmi così.

… Quegli occhi…

i tuoi occhi

Sono praterie immense

dove passeggiare all’infinito,

Sono boschi intricati

dove perdersi,

sono montagne altissime

da scalare,

sono specchi d’acqua dove tuffarsi.



Sono smeraldi

da custodire gelosamente

e dei quali carpire pazientemente i segreti,

giorno dopo giorno.




------------------------------------------------------


La sindrome di Rett


La Sindrome di Rett è una patologia progressiva dello sviluppo neurologico che colpisce quasi esclusivamente le bambine, durante i primi anni di vita e dopo un periodo di apparente normalità, molti genitori si sono soffermati spesso sul carattere "cinico e violento" della malattia proprio per quel suo improvviso e tragico manifestarsi.

Fu riconosciuta per la prima volta da Andreas Rett, un medico austriaco, a seguito di un’osservazione casuale nella sua sala di aspetto di due bambine che mostravano movimenti stereotipati delle mani molto simili tra loro. A seguito di questa scoperta, riesaminando le schede di alcune pazienti viste in precedenza, Rett individuò altri casi con caratteristiche comportamentali e anamnesi simili e pubblicò un articolo nel 1966. Tuttavia, la pubblicazione di Rett fu ignorata per anni. A risvegliare l’interesse e a riconoscere universalmente l’esistenza della sindrome di Rett, nel 1983, fu uno studio su 35 pazienti di un gruppo europeo di neurologi infantili, che comprendeva Hagberg, Aicardi, Dias e Ramos 2.

La Rett è oggi riconosciuta come la seconda causa di ritardo mentale nelle bambine, con un’incidenza stimata di circa 1/10.000 nati femmina. Nella forma classica, le pazienti presentano uno sviluppo prenatale e perinatale normale. Dopo un periodo di circa 6-18 24 mesi però, le bambine presentano un arresto dello sviluppo seguito da una regressione. In tale fase le pazienti perdono le abilità precedentemente acquisite come l’uso finalistico delle mani e il linguaggio verbale. Diventa evidente una riduzione delle capacità comunicative e compaiono tratti autistici. Inoltre le bambine cominciano a manifestare i movimenti stereotipati delle mani tipo lavaggio e spesso sono presenti segni come digrignamento dei denti e sospensione del respiro. Si manifesta un rallentamento della crescita della circonferenza cranica che risulta in microcefalia. Nello stadio successivo, si assiste ad una diminuzione delle sintomatologia autistica e ad un miglioramento nelle interazioni sociali, nonostante l’incapacità di parlare, l’aprassia e le stereotipie manuali persistano, la deambulazione molte volte non è più autonoma, si evidenzia l’incapacità di controllo dei movimenti. Diventano più evidenti l’iposviluppo somatico e la scoliosi e spesso compaiono crisi convulsive. Caratteristiche presenti sono inoltre stipsi ed estremità fredde. L’ultimo stadio si manifesta solitamente dopo i dieci anni. La sindrome di Rett è però caratterizzata da ampia eterogeneità clinica e, oltre alla forma classica, sono state descritte almeno 5 varianti. Queste includono:
- la variante a linguaggio conservato, caratterizzata da un decorso clinico più favorevole in cui le bambine recuperano la capacità di esprimersi con frasi brevi e, parzialmente, l’uso delle mani;
- la variante con convulsioni ad esordio precoce, caratterizzata da crisi convulsive che si manifestano prima del periodo di regressione;
- le “forme fruste” in cui i segni clinici caratteristici sono più sfumati;
- la variante congenita in cui il ritardo psicomotorio è evidente sin dai primi mesi di vita;
- la variante a regressione tardiva, di rarissima osservazione.

Dal punto di vista genetico, dopo il 1999, anno in cui è stato identificato il gene MECP2 come causa della forma classica,e che coinvolge la maggior parte delle ragazze con Sindrome di Rett sono stati fatti numerosi passi avanti Auttalmente sono stati scoperti altri due geni responsabili della Sindrome di Rett CDKL5 e FOXG1 .


 (fonte: sito nazionale Sindrome di Rett)









sabato 23 febbraio 2013

LETTERA APERTA AL FUTURO PARLAMENTO: PER UN APPELLO AL WELFARE


Art. 3 della Costituzione

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."


-----------

Sono un'educatrice professionale e mi rivolgo a tutti coloro che d'ora in poi ci rappresenteranno, sia come maggioranza che come opposizione.

Nei vostri programmi il cosiddetto "welfare" è preso in considerazione in modo piuttosto fumoso e soprattutto dal punto di vista del lavoro (o della disoccupazione) e della questione delle pensioni: comprensibile, sono le due principali emergenze immediate del nostro Paese, ma non esistono solo questi due aspetti.
Nel tentativo di capire chi votare a questa tornata elettorale sono incappata in un'intervista di Enrico Mentana a Michele Boldrin, professore universitario che appoggia il movimento "Fare per fermare il declino", il quale ad un certo punto ha detto una frase che mi ha molto colpita: "Il nostro finge di essere uno Stato Sociale ma in realtà è assistenziale". Vero. Verissimo. Anzi, negli ultimi anni fa pecca anche come mero stato assistenziale. 
Attualmente lavoro in un servizio di educativa territoriale con persone disabili, ma in passato ho lavorato anche in altri servizi: appoggio scolastico, comunità alloggio, centro di protagonismo giovanile e altri progetti, ed il declino è evidente da anni. Prima era un declino di qualità, a livello di proposte educative, culturali e formative per i fruitori dei nostri servizi. Ora che la qualità non c'è più, il declino è vergognosamente reale: ore di servizio ridotte, clienti in lista d'attesa per entrare nei Centri Diurni o altri servizi e via dicendo.

Pensando a quanto ero indignata e dispiaciuta tempo fa per la mancanza di qualità nell'offerta ai nostri vari utenti (adeguata formazione professionale degli operatori, strategie efficaci ed adeguate per introdurre le persone nel mondo del lavoro, offerta di attività stimolanti, arricchenti, occasioni di socializzazione reali e gratificanti, per non parlare delle barriere architettoniche e via dicendo), ad oggi io MI VERGOGNO di recarmi a casa delle famiglie con cui ho a che fare. 

Perchè noi (che purtroppo per noi rappresentiamo VOI e le vostre scelte politiche) stiamo DISTRUGGENDO LA VITA DI QUESTE PERSONE.
Io seguo ragazzi tra i 13 e i 35 anni: nessuno gli restituirà gli anni che passano senza formazione, lavoro, socializzazione, stimoli; e, senza un lavoro attento e preventivo, col passare del tempo sarà sempre più difficile per loro recuperare terreno e stare al passo con i tempi.

Le politiche per loro verranno cambiate - con i lenti tempi che le contraddistinguono - ma loro intanto crescono e CONTINUANO A PERDERE OCCASIONI PER VIVERE MEGLIO, più dignitosamente e cercando di raggiungere la loro FELICITA', in alcuni casi ancor più crudelmente PERDONO L'OCCASIONE DI VIVERE E BASTA, mentre servirebbe loro un welfare di qualità ed efficiente che garantisca loro i giusti supporti e facilitatori (come dice l'ICF - Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute -, che ora che non ci sono soldi manco per comprargli i pannolini paradossalmente dobbiamo seguire pedestremente per redigere i nostri progetti educativi), le giuste figure professionali per il giusto tempo che serve, le strutture più adeguate per chi ha più bisogno, le strategie più adeguate per chi può e deve, per sè e per la società, contribuire alla produttività, i giusti stimoli per non far perdere loro ciò che hanno acquisito negli anni. In molti Paesi esteri vedo con invidia e rabbia progetti strutturati e rodati per chi ha bisogno di supporto per qualsiasi motivo: perchè in Italia non può essere lo stesso? Ci consideriamo o no un Paese civile o lo diciamo per riempirci la bocca di paroloni?

Perchè qui si parla di dignità dell'essere umano, e di RISPETTO. Non di esseri da parcheggiare da qualche parte o ai quali dare qualche ora settimanale che assomiglia sempre di più alla pura BADANZA.

Non hanno bisogno di qualcuno che li guardi, hanno bisogno di qualcuno che con molta dignità li aiuti a sviluppare pienamente la loro persona, ognuno a modo suo, e a sentirsi il più possibile parte del loro Paese, come giustamente recita la Costituzione.

Quindi, quando sarete in Parlamento, ricordatevi che la vita di queste persone è nelle vostre mani, che la vita è una sola per tutti, e che il tempo passa, inesorabile. 

Basta mala assistenza. 

Chiara


lunedì 18 febbraio 2013

Concorso EPC - Parlamento Europeo: Why should I care?


Hai tra i 18 e i 30 anni?

Spiega in maniera innovativa e convincente perché il Parlamento Europeo per te è importante, e perché è necessario votare alle prossime elezioni del PE. Scrivi, canta, dipingi, balla, gira un film etc. 
I 20 vincitori verranno premiati con un viaggio a Bruxelles.

Attenzione, scade il 28 Marzo 2013!

Info www.epc.eu 



PLURAL+: Festival Video Giovanile 2013






Hai dai 9 ai 25 anni?

Crea un video da uno a cinque minuti per condividi pensieri, esperienze, opinioni, domande e suggerimenti sull’immigrazione, la diversità, l’inclusione sociale e altri temi affini.
I tre vincitori riceveranno 1000 dollari USA, e un invito (viaggio e alloggio pagati) per partecipare alla Cerimonia di premiazione di PLURAL+ a New York City.

Attenzione, scade il 30 Giugno 2013!



Info PLURAL +



Disegna il logo della Campagna Internazionale per la Giornata contro la Corruzione


Il concorso è aperto a tutti i giovani tra i 15 e i 25 anni.
I vincitori avranno un viaggio pagato per New York, per ricevere un premio durante l'evento organizzato per celebrare la Giornata Internazionale Contro la Corruzione, 9 dicembre 2013!

Attenzione, scade il 15 Marzo 2013!

Info: Against Corruption 



sabato 16 febbraio 2013

ELEZIONI 2013: DAL PUNTO DI VISTA DEI GIOVANI



PREMESSA

Non è certo facile districarsi nei lunghi giorni di campagna elettorale, soprattutto se non si ha un’idea politica precisa e sicura e se si è alle prime armi con il voto: come decidere? Di chi fidarsi?  

In questo vademecum non troverete certo risposte da profezia alle vostre domande e ai vostri dubbi, vuoi per l’incertezza politica e ideologica che caratterizza ormai il nostro Paese, e anche perché è giusto che ognuno trovi da sé le risposte che cerca. Cercando di essere il più obiettiva possibile, e ammettendo che io per prima non so tuttora per chi voterò, ho però pensato che fosse importante leggere i programmi elettorali dei principali gruppi, movimenti, partiti politici (non tutti perché sono una settantina!) In particolare: 

PdL (candidato premier Angelino Alfano) 


PD (candidato premier Pierluigi Bersani)




 Movimento 5 stelle (scelta del premier dopo le elezioni)




Scelta Civica con Monti per l’Italia (candidato premier Mario Monti)




Fare per Fermare il Declino (candidato premier Oscar Giannino) 





Rivoluzione Civile (candidato premier Antonio Ingroia)



Ho deciso di concentrandomi soprattutto sulle iniziative (per ora promesse…) che riguardano da vicino i giovani. 

Ma cosa interessa a questi “giovani”? Dopo averci pensato credo che per bambini e ragazzini (più o meno fino alle medie) l’aspetto più importante riguardi la scuola e le proposte extrascolastiche (corsi, laboratori, attività, etc); per quanto riguarda gli adolescenti (più o meno dalle medie all’inizio degli studi universitari) resta sì importante l’offerta formativa (anche quella professionalizzante), compresa l’università, ma diventa altrettanto importante quella di iniziative, strutture e mezzi (soprattutto finchè i ragazzi non avranno la patente) nel e per il loro tempo libero: come divertirsi, dove divertirsi e come arrivarci? E dentro alla parola “divertimento” intendo tutto ciò che può impegnare il tempo libero dei ragazzi, ovviamente anche in maniera costruttiva, formativa, senza stare a specificare di più, per via delle passioni e dei gusti di ciascuno. In terzo luogo diventano importanti le prime sperimentazioni in ambito lavorativo e poi l’ingresso vero e proprio nel mondo produttivo, e la conseguente possibilità di staccarsi dalla famiglia per diventare finalmente autonomi

Pur sapendo che la vita di chiunque (non solo di una persona giovane) è fatta di più aspetti, credo che a grandi linee questi siano quelli più importanti per un bambino che diventa adolescente e poi un giovane adulto (si spera non a 40 anni). Non si può infine non tenere conto dei molti giovani e giovanissimi figli di immigrati nati in Italia che chiedono a gran voce di potergli riconoscere la loro italianità ottenendo la cittadinanza.

 Tenendo a mente questi macro-aspetti, sono andata a leggermi i programmi elettorali, cercandone le risposte e le proposte. Ci tengo a sottolineare che non è così semplice come sembra perché i vari programmi sono scritti in modo più o meno chiaro, e con proposte più o meno specifiche, concrete; inoltre va detto che diverse proposte in ambiti a prima vista lontani dai giovani non possano indirettamente portare benefici anche a loro, anzi. Quindi non prendete le prossime righe come oro colato, ma solo come degli spunti su cui poi VOI dovrete approfondire e riflettere in autonomia, soprattutto laddove non viene specificato COME si intende raggiungere un determinato obiettivo (ovvero, ricordatevi che le promesse sono facili da fare). Comunque vediamo di cominciare almeno a capirci qualcosa: 


1) SCUOLA E FORMAZIONE 

PdL: 
-Riordino delle priorità, tra cui università e istruzione, e innovazione, ricerca e competitività.
- Piano di sviluppo degli asili nido.
-Buoni (o credito di imposta: restituisce di soldi tramite dichiarazione dei redditi) per scuola e università per favorire la libertà di scelta educativa delle famiglie.
-Rendere totalmente detraibili dall’imponibile fiscale le spese per l’educazione e l’istruzione dei figli.
-Raddoppio della de-tassazione delle imprese che reinvestono i propri utili nella ricerca.
- Aumento del fondo per la concessione di un credito di imposta per la ricerca e lo sviluppo, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese.
- Prestito d’onore - credito allo studio (da restituire al completamento degli studi).
-Esenzione fiscale totale sulle borse di studio, sia per il beneficiario che per chi le finanzia.
-Autonomia delle scuole nella scelta degli insegnanti, negli organici e nella gestione efficiente dell’offerta scolastica e formativa.
- Valutazione di scuole, docenti e università al fine di favorire la meritocrazia (i più bravi vengono premiati).
- Avvio e sviluppo dell’agenda digitale nella scuola (mettere tutto online).
-Rivedere la presenza sul territorio degli istituti e degli insegnamenti universitari (per razionalizzarla e sprecare meno soldi).
-La distribuzione del fondo di finanziamento ordinario per le università sarà soggetto a parametri strutturati di qualità.
- Inizio del percorso educativo a 5 anni.
-Sviluppo e valorizzazione dell’inglese come lingua di insegnamento nei corsi di laurea.

PD: 
 -Processi di riqualificazione e di rigore della spesa, con riferimento al grado di preparazione degli studenti e il raggiungimento degli obiettivi formativi.
- Piano straordinario contro la dispersione scolastica, soprattutto nelle zone a più forte infiltrazione criminale.
-Misure operative per il diritto allo studio.
-Investimento sulla ricerca avanzata nei settori trainanti e a più alto contenuto d'innovazione. 
-Possibilità di scelta e parità delle condizioni di accesso alla formazione per i ragazzi e le loro famiglie.

Scelta civica con Monti per l’Italia:
-Creazione di un Fondo d’Opportunità per Giovani meritevoli e/o svantaggiati, da maturare durante gli anni della scuola, per facilitare l'accesso a opportunità di studio o di realizzazione professionale che richiedono costi non sempre sostenibili da tutte le fasce di reddito.
- Più risorse certe a tutte le scuole del sistema pubblico di istruzione.
-Istituzione di un apposito fondo nazionale per le scuole di formazione professionale.
-Sostenere la costituzione di reti di scuole, anche di ordini diversi. 
-Facilitare le scuole ad arrivare a beneficiare del 5 per mille.
-Creare le condizioni per il pieno utilizzo delle risorse della programmazione 2014-2020 dei fondi dell’Unione Europea.
-Obbligo per le scuole della rendicontazione pubblica dei loro risultati, anche per valutare la dirigenza scolastica.
-Dare un nuovo status giuridico ai docenti, rivedere il contratto nazionale di lavoro, prevedere delle progressioni di carriera e nuove modalità di reclutamento che lascino progressivamente spazio all’autonomia responsabile delle istituzioni scolastiche e la possibilità di concorsi per reti di scuola. Occorre, inoltre, favorire come in ogni professione, la formazione e l’aggiornamento in servizio, anche consentendo di dedurre i costi sostenuti dai docenti. 
-Portare a soluzione la questione del precariato senza ledere i diritti acquisiti
-migliorare il percorso di formazione iniziale dei docenti, anche con la messa a regime del TFA (Tirocinio Formativo Attivo).
-Riconoscere il ruolo e la professionalità dei dirigenti scolastici, dando loro autonomia e responsabilità di scelta per il raggiungimento dei risultati.
-realizzare un sistema di reclutamento dei dirigenti in base ad una selezione specifica basata sull’esperienza manageriale dimostrata.
-Aprire la dirigenza scolastica italiana al confronto internazionale ed in particolare a partnership con i colleghi europei, anche per la formazione in servizio. 
-promuovere una politica fiscale che consenta di dedurre progressivamente le spese certificate in istruzione, come le rette per le scuole paritarie ed i contributi versati per la scuola statale.
-Sostenere la possibilità effettiva di scelta educativa per le famiglie meno abbienti che non sono nelle condizioni di dedurre le spese in istruzione.
-garantire il diritto allo studio, non solo a partire dall’università, ma dall’inizio del percorso di istruzione e formazione, aiutando i meritevoli non abbienti a proseguire al meglio gli studi.
-Riconoscere il credito d’imposta per chi mette a disposizione borse di studio in favore degli studenti.
-Garantire un fondo ad hoc per alunni disabili a carico del Ministero del Welfare
-Potenziamento dell’istruzione tecnica e professionale, orientamento al lavoro e mobilità studentesca (ovvero studiare anche in altre regioni di Italia o all'estero).
-Salvaguardare le spese di investimento e manutenzione ordinaria per le scuole di Province e Comuni, anche studiando forme di esclusione dai patti di stabilità che bloccano risorse ed impediscono risparmi.
-Creare un fondo per l’edilizia scolastica dove far confluire beni inutilizzati del demanio, beni confiscati alla mafia, risorse statali ed europee.

Movimento 5 stelle:
-Abolizione della legge Gelmini
-Diffusione obbligatoria di Internet nelle scuole con l’accesso per gli studenti 
-Graduale abolizione dei libri stampati e loro gratuità, con accessibilità via internet in formato digitale. 
-Insegnamento obbligatorio dell’inglese dall’asilo.
-Abolizione del valore legale dei titoli di studio.
-Risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla scuola pubblica.
-Valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti.
-Insegnamento gratuito della lingua italiana per stranieri.
-Accesso pubblico via internet alle lezioni universitarie.
-Investimenti nella ricerca universitaria.
-Insegnamento a distanza via internet.
-Sviluppo strutture di accoglienza per studenti.

Fare per fermare il declino:
-Concorrenza fra istituzioni scolastiche e selezione meritocratica di docenti e studenti .
-Abolizione del valore legale del titolo di studio, (usato finora come uno dei criteri di accettazione per concorsi pubblici).
-Rifondazione del sistema educativo.

Rivoluzione Civile: 
- Stabilizzare i precari della scuola e della Pubblica Amministrazione
- Premiare le imprese che investono in ricerca, innovazione e creano occupazione a tempo indeterminato.
- Difendere la libertà di insegnamento minacciata da procedure arbitrarie di valutazione (Invalsi, Anvur) 
- Abrogare le controriforme Gelmini di scuola e università
- Aumentare i finanziamenti a scuola, università, ricerca pubbliche, recuperando itagli operati da Berlusconi e Monti, eliminare i finanziamenti agli istituti privati, bloccare la privatizzazione del sistema scolastico.
- Innalzare l’obbligo scolastico a 18 anni




2) LAVORO 

PdL:
-Riconoscimento alle imprese, per le nuove assunzioni di giovani a tempo indeterminato, di una detrazione (sotto forma di credito d’imposta) dei contributi relativi al lavoratore assunto, per i primi 5 anni. 
-Favorire le imprese di giovani imprenditori: per 3 anni, vantaggi fiscali per le imprese di under 35.
-Sostegno all’occupazione giovanile attraverso la totale detassazione dell’apprendistato fino a 4 anni.
-Buoni dote per la formazione.
-Rilancio della imprenditoria giovanile in campo agricolo attraverso la riduzione fiscale per i giovani che aprono imprese agricole e attribuzione di appezzamenti del demanio agricolo per creare nuove imprese.
-Favorire le progressioni di carriera per merito rispetto a quelle
per anzianità
-Favorire rapporto scuola-impresa anche sostenendo i percorsi di formazione professionale, sul modello delle scuole tecniche tedesche
-Rivedere i criteri per la definizione di start up innovative e creazione di zone franche urbane nei capoluoghi di provincia dotati di adeguate infrastrutture.

PD:
- Contrasto alla precarietà. 
-Dare più forza e prospettiva a piccole e medie imprese aiutandole a collegarsi fra loro, a capitalizzarsi, ad accedere alla ricerca e alla internazionalizzazione.
-pari opportunità di lavoro alle giovani donne, con particolare attenzione alle donne del Sud Italia. 
- investimenti nella mobilità sostenibile.

Scelta Civica con Monti per l’Italia: 
-Piano Occupazione giovanile con incentivi a sostegno della formazione e dell’inserimento nel mercato del lavoro e con forme di detassazione per chi assume lavoratori tra i 18 e i 30 anni.
-Sperimentazione di un nuovo contratto a tempo indeterminato che assorba le attuali forme di contratto precario: un contratto più flessibile, meno costoso, ma con maggiori tutele in caso di licenziamento per superare un dualismo nel quale una parte di lavoratori, sempre più piccola, ha tutte le tutele a spese dell’altra parte, sempre più grande, che non ha alcuna tutela. 
- Offerta, a ogni giovane che esca da un ciclo scolastico, entro il termine massimo di 4 mesi di un servizio di orientamento scolastico e professionale, e un’opportunità di apprendistato, formazione, o lavoro. 
-Istituzione e finanziamento di più efficienti servizi all’impiego, ovvero di assistenza nella ricerca di una nuova occupazione per le persone che abbiano perso il lavoro precedente. 
-Più mobilità sociale e più spazio al merito
-Aprire professioni e mercati ai giovani e ai nuovi entranti e garantire l’accesso alla pubblica amministrazione basato su concorsi generali e imparziali. 
-Armonizzazione della tempistica riguardante la concessione della cittadinanza per residenza con le altre legislazioni europee. 
-Sostenere la realizzazione del più ampio numero di accordi tra le scuole, le imprese e i soggetti istituzionali e sociali interessati, anche per incrementare significativamente percorsi di alternanza scuola lavoro. 

Movimento 5 stelle:
- Integrazione università/aziende.
- Sussidio di disoccupazione garantito.

Fare per fermare il declino:
- Eliminare il dualismo occupazionale tra lavoratori dipendenti e indipendenti.
-Scoraggiare la discriminazione di età e sesso nel mondo del lavoro.
-Sussidi di disoccupazione indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa.
-Facilitare la creazione di nuove imprese.
-Permettere effettiva mobilità meritocratica in ogni settore dell’economia e della società
-Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne.

Rivoluzione Civile:
- Ripristino dell’articolo 18, cancellazione dell’articolo 8 e della riforma delle pensioni.
- Cancellare la precarietà, istituire un Reddito minimo garantito per i giovani e un assegno di maternità universale le donne.
- Aumentare  la spesa per ricerca e sviluppo.




3) TEMPO LIBERO

PdL: 
-Riforma organica della fiscalità delle associazioni sportive dilettantistiche per la promozione dello sport di base.
-Agevolazioni fiscali per investimenti di privati nella costruzione di impianti sportivi di riconosciuto interesse generale.
-Separazione tra cultura e spettacolo nell’assegnazione di risorse pubbliche.
-Finalizzare gli introiti prodotti dai beni culturali agli investimenti sulla cultura.
-Non può esserci un taglio indiscriminato delle risorse pubbliche, ancora essenziali nel settore, ma neppure una irragionevole chiusura all’apporto dei privati. 

PD:
-Investimenti nella qualità e le tipicità, nelle tecnologie legate alla cultura, all'arte, ai beni di valore storico e alla nostra tradizione.
-Agenda digitale: espansione della banda larga e ultralarga.

Scelta Civica con Monti per l’Italia:
Non menziona azioni specifiche.

Movimento 5 stelle: 
-Copertura completa dell’ADSL a livello di territorio nazionale
-Eliminazione del canone telefonico per l’allacciamento a rete fissa.
- Allineamento immediato delle tariffe di connessione a Internet e telefoniche a quelle europee.
-Allineamento delle tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità, trasporti agli altri Paesi europei.
-Sostenere le società no profit.
-Sviluppo di reti di piste ciclabili protette estese a tutta l’area urbana ed extra urbana.
- Istituzione di spazi condominiali per il parcheggio delle biciclette.
-Istituzione dei parcheggi per le biciclette nelle aree urbane.
-Potenziamento dei mezzi pubblici a uso collettivo e dei mezzi pubblici a uso individuale (car sharing) con motori elettrici alimentati da reti.
-sviluppo delle tratte ferroviarie legate al pendolarismo.
-copertura dell’intero paese con la banda larga.
-Sistema di collegamenti efficienti tra diverse forme trasporto pubblici.
-Corsie riservate per i mezzi pubblici nelle aree urbane.

Fare per Fermare il declino:
 Non menziona azioni specifiche.

Rivoluzione Civile:
-Portare l’investimento nella cultura almeno all’1% del Pil
-Sostenere la produzione e distribuzione indipendente e le istituzioni culturali pubbliche
-Varare un piano straordinario di manutenzione del patrimonio culturale con lo sblocco delle assunzioni.



4) GIOVANI IMMIGRATI E CITTADINANZA ITALIANA

PdL: 
Non menziona azioni specifiche.

PD:
- Diritto di cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia.

Scelta Civica con Monti per l’Italia:
- Attribuzione della cittadinanza italiana alla conclusione di un ciclo di studi per chi giunge in Italia durante la minore età o è nato in Italia da immigrati soggiornanti di breve periodo. 
-Attribuzione della cittadinanza italiana alla nascita per i figli degli immigrati soggiornanti da almeno cinque anni.
-Piano nazionale di integrazione dei figli di immigrati a scuola, che riprenda, valorizzi e dissemini le tante esperienze positive osservabili a livello locale. 
-Valorizzare la funzione docente della scuola pubblica e del suo ruolo inclusivo; sia (come già avviene) per i minori stranieri, sia (come potrebbe avvenire con corsi pomeridiani/serali) per gli adulti stranieri. 

Movimento 5 stelle:
Non menziona azioni specifiche.

Fare per fermare il declino:
Non menziona azioni specifiche.

Rivoluzione Civile:

-Cittadinanza ai nati in Italia
-Abrogare la legge Bossi-Fini
-Chiudere i CIE
-Nuova legislazione in materia di immigrazione, che abolisca il reato di clandestinità



5) VITA INDIPENDENTE

Solo il PdL parla esplicitamente di destinare finanziamenti della Banca Centrale Europea al credito per famiglie, giovani e imprese. 

------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Per approfondimenti (e so che serviranno!) vi consiglio di andare, se potete, agli incontri che i vari partiti, liste civiche e movimenti stanno facendo sul territorio; trovate le date e tutte le informazioni (anche i programmi dettagliati) sui loro siti, che sono: 

Sito PdL

Sito PD

Sito Scelta Civica con Monti per l'Italia

Sito Movimento 5 stelle

Sito Fare per fermare il declino

Sito Rivoluzione Civile 




...buona lettura (e confusione). 

Chiara