sabato 10 novembre 2012

UN CIRCO SENZA ANIMALI E' POSSIBILE E NECESSARIO





- Dal sito della LAV (Lega Anti Vivisezione) -

Non siamo contrari ai circhi in generale. Anzi.
Ci sono circhi che vogliamo difendere e promuovere.
Ci sono circhi che sono arte.
Sono i circhi contemporanei.
I circhi contemporanei offrono spettacoli impressionanti e meravigliosi. Sono caratterizzati dalle esibizioni di veri artisti che sfidano i loro limiti psico-fisici e mostrano al pubblico le loro abilità, frutto di duro e volontario allenamento.
E' uno spettacolo educativo.

Siamo invece contrari agli anacronistici circhi con animali.
A differenza degli artisti, gli animali non scelgono di esibirsi, non scelgono di allenarsi, non scelgono di sfidare i loro limiti naturali, né di vivere in gabbia.
Gli animali nei circhi sono sottomessi al volere dell’uomo.
La loro volontà viene spezzata e gli animali sono così ridotti a burattini nelle mani dei domatori.
Al circo gli animali sono costretti e non possono ribellarsi.
Non è uno spettacolo educativo.

 Per gli animali il circo è una sofferenza.
Nei circhi italiani ci sono circa 2000 animali.
La loro vita comincia sempre da una gabbia. Le tigri, i leoni e gli altri sono frequentemente figli di genitori prigionieri, nati anche loro in cattività. Ci sono anche individui importati, più o meno illegalmente. Tutti trascorrono la loro esistenza in spazi angusti delimitati da sbarre, in stretti recinti o legati a cortissime catene.
Un circo di medie dimensioni può arrivare a occupare un’area compresa tra i 3000 e i 5000 metri quadrati (roulotte, tendone e camion compresi), e ospitare fino a 120-150 animali.
In una superficie tanto esigua, è inevitabile che un grande felino viva in un contenitore metallico di tre metri quadrati, che l’elefante sia ancorato a due cortissime catene invece che avere la possibilità di muoversi nei quindici metri quadrati previsti dai  parametri per il corretto mantenimento di molti degli animali.
Le condizioni igieniche e di soggiorno risultano spesso inadatte a soddisfare anche le esigenze di spazio e comodità richieste per una situazione di minimo benessere e di rispondenza alle caratteristiche etologiche della specie.
Un esempio? Le tigri. In natura sono felini solitari che comunicano con tracce odorose, lasciate in punti opportuni del loro territorio che può raggiungere le centinaia di chilometri quadrati. Mangiano quando sono affamate e sono in grado di stare giorni senza alimentarsi. Recluse nelle strutture circensi sono invece costrette in pochissimi metri quadrati di superficie, a volte in gruppi di 10 – 15 e vengono nutrite sempre allo stesso orario.
La prigionia genera negli animali movimenti stereotipati e ripetitivi, sintomo di situazione di grande stress.
Tutto ciò è confermato dall'Università di Bristol.
I  controlli sulla realizzazione di ambienti o spazi detentivi rispondenti alle norme non sembrano avvenire con frequenza e capillarità tali da influenzare le abitudini dei gestori di circhi, che continuano a privilegiare in assoluto il risparmio di spazio e la trasportabilità degli animali.

Gli zoo dei circhi
La quasi totalità dei circhi, non accontentandosi di lucrare sugli animali facendoli esibire sotto il tendone, ricava denaro anche dalla loro esposizione all’interno del plateatico (piazzale) su cui è disposto il circo, facendo pagare il pubblico per vedere l’improvvisato zoo.
Gli animali perciò - anche quando non sono costretti a lavorare - non hanno mai diritto ad una sistemazione adeguata,  in quanto viene privilegiata la loro pubblica esposizione. Ciò avviene nella totale inosservanza di uno dei più importanti principi del benessere animale.
I Criteri di detenzione degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti, al  n° 11,  prevedono infatti che “gli animali debbano essere mantenuti in strutture, sia fisse che mobili, che permettano agli stessi di potersi liberamente sottrarre alla vista del pubblico. Inoltre, gli animali devono avere a disposizione sia strutture di ricovero per ripararsi da condizioni climatiche avverse, sia idonei arricchimenti ambientali atti ad evitare comportamenti stereotipati. Le relative strutture di mantenimento dovranno essere attrezzate con strumenti atti a regolare la temperatura degli ambienti in funzione delle singole esigenze degli esemplari ospitati”.  



Cosa possiamo fare? 
Aderiamo alle campagne della LAV e stiamo attenti a ciò che accade sul nostro territorio: organizziamo sit in, flashmob e quantaltro in caso di circhi itineranti o spettacoli similari che prevedano l'uso di animali, e promuoviamo la firma delle petizioni della LAV per cambiare la normativa vigente:
- a livello locale cliccando QUI
- a livello nazionale cliccando QUI



Un circo umano è possibile, è necessario.



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